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Dalla Torre di Guardia inglese 1/11/1950, pagg. 425-426

Per molti milioni di persone la risposta a questa domanda sembra facile come la parola "Sì". Per scrupolosi studenti della storia antica e della Bibbia la risposta è perfino più semplice come la parola "No!" Ma fra le due risposte così distanti si apre un grande solco che ogni ricercatore della verità deve essere capace di colmare per posare i suoi piedi sul solido suolo della verità.

In quest'era illuminata è risaputo che il testo originale della Bibbia non è stato scritto in inglese. Di conseguenza, per rispondere alla domanda se Cristo sia stato appeso o no ad una croce, è necessario consultare le lingue originali ebraica e greca nelle quali la Bibbia fu scritta. Grazie a Dio, sono disponibili per gli eruditi copie di manoscritti datate a non oltre cinquant'anni dai racconti originali. Inoltre, le parole originali sono definite e spiegate in lessici e dizionari, enciclopedie e storie affidabili, a cui si può fare riferimento. La rivista Catholic Digest [Digesto cattolico]del maggio 1948 a pag. 108 pubblicò il seguente commento sulla croce: "Molto tempo prima della nascita di Cristo la croce era stata un simbolo religioso. Sul sito dell'antica Troia sono stati scoperti di recente dei dischi cruciformi di terracotta. Due oggetti simili sono stati rinvenuti ad Ercolano. Gli Aztechi dell'antico Messico incisero la croce su amuleti, ceramiche e muri dei loro templi. Molte tracce dell'uso della croce sono state trovate presso gli indiani del Nordamerica. I buddisti tibetani vedono nella croce l'impronta del piede di Budda. I Mongoli disegnano la croce su carta e la posano sul petto dei loro morti. Frequenti segni di croce taumata (T) si trovano nelle iscrizioni egizie. Il popolo egizio riteneva sacro lo scarabeo a motivo del segno di croce taumata portato sul torace e sul dorso. Una croce di questo tipo è servita da sostegno per le braccia degli asceti indù che erano soliti star seduti notte e giorno nella posa di Budda. La crux ansata (croce ansata) ha un anello che serve da impugnatura. Questa croce per gli Egizi significava il simbolo della vita e nella loro lingua geroglifica corrisponde al verbo 'vivere'" Vedete anche The Catholic Encyclopedia [Enciclopedia cattolica], Vol. 4, pag. 517; nota in calce alle pagg. 312, 313 della History of Christianity [Storia della cristianità] di Gibbon, ediz. Eckler, 1891.

Ma come poteva la croce essere "simbolo della vita" per i pagani? Semplice, il padre, il maschio, è datore di vita per i suoi figli mediante la madre. Quindi, quei pagani adoratori del sesso, sotto l'ispirazione del Diavolo e dei suoi demoni, crearono un'immagine fallica dell'organo maschile in erezione, con una barra o un segno trasversale simboleggiante i testicoli ad una estremità. Il simbolo si trasforma nella crux ansata con l'aggiunta di un anello sulla barra trasversale, che devoti religiosi preferiscono descrive come una "impugnatura", e che rappresenta l'organo riproduttivo femminile congiunto a quello maschile. Che questi fatti diabolici siano veri, vedete i seguenti riferimenti: Funeral Tent of an Egyptian Queen [Baldacchino funebre di una regina d'Egitto], di Villiers Stuart; Masculine Cross and Ancient Sex Worship [Croce maschile e antica adorazione del sesso], di Sha Rocco; Two Babylons [Due Babilonie], di Alexander Hislop; Essays on the Worship of Priapus [Saggi sull'adorazione di Priapo], di Richard Payne Knight.

Riferimenti alle lingue originali in cui fu scritta la Bibbia mostreranno al di là di ogni dubbio che Cristo non fu mai appeso ad una croce pagana. Quindi, l'uso della parola "croce" nelle traduzioni bibliche è frutto di un errore di traduzione. Su questo punto notate il commento fatto dalla New World Translation of the Christian Greek Scriptures [TNM delle Scritture Greche Cristiane, edizione inglese] nell'Appendice alle pagg. 768-771 in Matteo 10:38, in cui la parola greca staur (stauros') — che è tradotta "croce" nella maggior parte delle Bibbie — appare per la prima volta:

"Quest'espressione è usata in relazione all'esecuzione capitale di Gesù sul Calvario. Non c'è nessuna prova che qui la parola greca stau'ros significasse una croce come quella che i pagani usavano come simbolo religioso del Dio Sole già molti secoli avanti Cristo. Sulle sculture dell'antico Egitto si possono vedere raffigurazioni dei loro dei che impugnano la cosiddetta crux ansata, una croce taumata congiunta ad un anello sul segno trasversale, che rappresenta il fallico simbolo della vita. Sulle iscrizioni babilonesi il Tammuz era rappresentato da un cuore congiunto ad una croce semplice o doppia.

India, Siria e Persia, come Babilonia ed antico Egitto, avevano tutte adottato oggetti contrassegnati con croci di vari disegni, inclusa la svastica dei primi Ariani. Questo rivela l'origine pagana dell'adorazione della croce. Nel greco classico la parola stauros significa solamente palo diritto o palafitta per fondamenta. Il verbo stauroo significa recintare con pali, erigere palizzate, e questo è il verbo usato dalla turba che voleva l'esecuzione capitale di Gesù. A tale palo di esecuzione il condannato veniva attaccato proprio come il popolare eroe greco Prometeo che fu raffigurato su un palo o stauros. La parola greca usata dal drammaturgo Eschilo per descrivere questi mezzi con cui attaccare o fissare su un palo o impalare e dall'autore greco Luciano è anastauroo come sinonimo di stauros. Nelle Scritture Greche Cristiane anastauroo appare una volta sola in Ebrei 6:6. La radice del verbo stauroo appare più di 40 volte e l'abbiamo tradotto "impalare", con la nota in calce: "O fissare su un palo".

Gli scrittori ispirati delle Scritture Greche Cristiane scrissero nel comune greco koine e usarono la parola stauros per indicare la medesima cosa usata nel greco classico, vale a dire, un palo semplice senza alcun genere di elemento trasversale. Non esiste alcuna prova che lo smentisca. Anche gli apostoli Pietro e Paolo usarono la parola xy’lon per indicare lo strumento di tortura sul quale Gesù fu inchiodato, uno strumento privo di elemento trasversale, esattamente ciò che sta a significare xy’lon in modo speciale. (Atti 5:30; 10:39; 13:29; Galati 3:13; 1 Pietro 2:24) In Esdra 6:11 troviamo xy’lon nella LXX greca (1 Esdra 6:31), e qui si fa menzione di un palo su cui il violatore della legge doveva essere appeso, come si ritrova in Luca 23:39; Atti 5:30; 10:39. Il fatto che stauros sia tradotto crux nelle versioni latine non perde il suo vero significato. Qualsiasi lessico latino autorevole dichiara che il significato basilare di crux è "albero, forca, o altro strumento di legno usato per esecuzioni capitali, su cui appendere o impalare criminali". (Lewis-Short) Croce è soltanto l’ultimo significato di crux. Perfino gli scritti di Livio, storico romano del 1° secolo a. C., confermano che crux significhi un semplice palo diritto. Tale strumento di esecuzione capitale per criminali era chiamato crux simplex, e il modo in cui i condannati erano inchiodati è illustrato dall’erudito cattolico romano Justus Lipsius del 16° secolo. Riportiamo qui una copia fotografica della sua illustrazione contenuta nel suo libro De Cruce Liber Primus.

[Nota del traduttore: sono in possesso delle copie complete di due edizioni, in cui figura l’uomo al palo, e precisamente a pag. 19 dell’edizione di Anversa 1629, e a pag. 20 dell’edizione 1670 di Amsterdam. La stessa figura dell’uomo al palo è riportata a pag. 1580 della TNM, Appendice 5c, ediz. 1987. Entrambe le edizioni sono ricchissime di illustrazioni sulle molteplici varianti degli strumenti di esecuzione capitale.]

Questa figura illustra il modo in cui Gesù fu appeso al palo. La tradizione religiosa dai giorni dell’imperatore Costantino non prova niente. La pubblicazione mensile del clero cattolico romano The Ecclesiastical Review [Rivista ecclesiastica] del settembre 1920, n° 3, di Baltimora, Maryland, a pag. 275 dichiara: "Si può asserire con certezza che solo dopo l’editto di Milano del 312 d.C. la croce fu usata come permanente segno di redenzione. De Rossi dichiara con certezza che nessun monogramma di Cristo scoperto nelle catacombe o altrove possa risalire a un periodo anteriore all’anno 312. Perfino dopo quella data storica, la chiesa, divenuta libera e trionfante, si contentò di adottare un semplice monogramma di Cristo: la lettera greca chi attraversata verticalmente dalla lettera rho e talvolta orizzontalmente da una iota. Il più antico crocifisso menzionato come pubblico oggetto di venerazione si trovò nella chiesa di Narbonne nella Francia meridionale, non più tardi del 6° secolo". Dopo avere spiegato l’origine pagana della croce, The Encyclopaedia Britannica , vol. 7, 11.a edizione, a pag. 506 dichiara: "La croce non fu usata pubblicamente come simbolo della religione cristiana prima dell’era costantiniana". Non poteva essere che logico, giacché l’imperatore Costantino era un adoratore del Dio Sole, il cui simbolo era una croce. Altri esperti hanno evidenziato che "prima del 4° secolo la croce non era stata usata come simbolo cristiano né in Oriente né in Occidente".

Invece di considerare il palo di tortura su cui Gesù fu appeso come una reliquia da adorare, il cristiano ebreo Simon Pietro lo considerava una cosa abominevole. In Galati 3:13 l’apostolo Paolo cita Deuteronomio 21:23: "È scritto: "Maledetto è chiunque sia appeso ad un palo"". Quindi i cristiani ebrei avrebbero considerato maledetto e detestabile il palo sul quale Gesù fu giustiziato, com’è confermato dall’autorevole erudito ebreo Mosè Maimonide del 12° secolo: "Non appendevano mai ad un legno radicato al suolo, ma tagliato e conficcato, per evitare che provocasse turbamento, di modo che fosse seppellito dopo l’esecuzione capitale, e si evitasse che fosse pronunciato il nome del fuorilegge guardando il palo su cui era stato giustiziato. Similmente veniva seppellita la pietra usata per la lapidazione, come pure la stoffa o il mantello usati per lo strangolamento, insieme a coloro che erano stati uccisi mediante essi". (Apud Casaub. in Baron. Exercitat. 16, An. 34, Num. 134) Kalinski in Vaticinia Observationibus Illustrata, dichiara a pag. 342: "Perciò, da quando il criminale giustiziato era considerato la più grande abominazione, gli ebrei detestavano, oltre al palo, altri oggetti usati per l’esecuzione capitale, e seppellivano anche quelli".

Quindi c’è un’assoluta mancanza di prove che Gesù fosse appeso su uno strumento di esecuzione cruciforme. Noi ci rifiutiamo di aggiungere qualsiasi cosa alla scritta Parola di Dio, come l’introdurre la croce pagana nelle Scritture ispirate, ma rispettiamo il significato più semplice avuto in origine dalle parole stauros e xy’lon. Poiché Gesù usò stauros per illustrare la sofferenza, la vergogna o la tortura dei suoi seguaci (Matteo 16:24), abbiamo tradotto stauros come "palo di tortura" per distinguerlo da xy’lon, che abbiamo tradotto "palo" o "albero" alla nota in calce di Atti 5:30.

Avendo adesso colmato il solco tracciato dalla speculazione, i cristiani odierni posano i loro piedi sul solido fondamento dei fatti dimostrabili nel sostenere che Cristo non fu mai appeso su una croce pagana di origine fallica.